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La storia dei Chatbot in breve

29 Aprile 2019  |  Il mondo di Gaia.

Parlare di chatbot oggi è la normalità, ma quando hanno cominciato ad apparire nelle nostre vite?

Dai film di fantascienza alle prime notizie, oggi le intelligenze artificiali hanno cominciato a far parte della nostra vita quotidiana, con decine di migliaia di nuove tipologie di software e macchine conosciute ai più come bot. Semplificando, i bot sono programmi che simulano la conversazione umana attraverso comandi vocali, testuali, o visuali.

 

Lo sviluppo odierno spazia dal riconoscimento delle immagini, alla simulazione di un linguaggio naturale e alla dettatura verbale trasposta in testo scritto dalla macchina. Ma si può anche riassumere la storia, menzionandovi quei bot che hanno segnato la loro storia.

I Chatbot che hanno segnato la storia

1966 – ELIZA è il primo chatbot della storia, creato al Massachussetts Institute of Technology (MIT). Era capace di riconoscere parole chiave e frasi e di rispondere usando quelle stesse parole chiave per dare delle risposte preimpostate.

 

1995 – ALICE è un bot open source che implementa la prima rudimentale struttura di apprendimento del linguaggio naturale, sostenendo conversazioni più complesse. È ancora oggi implementabile.

 

1997 – JABBERWACKY il fine di questo bot è quello di passare il test di Turing, ovvero il criterio per determinare se una macchina sia in grado di pensare. Ma quello che lo prefigge come pietra miliare della storia dei bot, è che questo è stato il primo ad essere programmato per intrattenere gli utenti, non per dar supporto alle aziende, ed anche il primo ad adoperare l’apprendimento attraverso le conversazioni vocali.

 

2005 – MITSUKU è un bot che si basa sull’open source di ALICE ma con delle funzionalità e capacità maggiori. È in grado di ragionare su specifici temi, se per esempio chiedete di che cos’è fatta un’automobile vi risponderà con il metallo. Prima di Google Assistant o di Amazon Alexa, MITSUKU propone già da tempo giochi e barzellette.

 

Molti di questi bot sono diventati obsoleti, perché i loro creatori non li hanno mai aggiornati ed implementati. Certo, c’erano altre finalità e altre tecnologie, ma il vero progresso delle intelligenze artificiali sono la continua implementazione di nuove metodologie, tecniche di apprendimento e programmazione che agevolano la rapidità e la correttezza della risposta, come avviene qui nel nostro dipartimento R&D in Esosphera.

 

I bot possono essere, come abbiamo visto, degli elementi di svago, ma sono essenziali oggi per le aziende per essere competitivi in qualsiasi mercato ed il primo passo è conoscere in modo più approfondito questo mondo dalle potenzialità incredibili. Seguici e scopri come lavoriamo!

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Gaia